Come abbiamo voluto sottolineare, il principale sistema di filtraggio adottato dal depuratore acqua domestico è quello dell’osmosi inversa. Per capire più nello specifico ed approfonditamente di che cosa si tratti, è necessario fare qualche passo indietro ed immergerci nei piccoli casi eccezionali della scienza e, perché no, della storia. Ciò che sappiamo o che possiamo facilmente apprendere sfogliando libri e siti online è che, quando parliamo di osmosi inversa in un depuratore, stiamo facendo riferimento al processo di riduzione, o addirittura eliminazione, di determinati fattori contaminanti presenti e disciolti nell’acqua corrente.

Con “fattori contaminanti” intendiamo particelle che, in assenza di un aiuto esterno come quello che andremo a vedere, difficilmente possono essere scisse da quelle dell’acqua di cui facciamo abitualmente uso. Possiamo quindi aspettarci che, se non fermate, terminino liberamente il loro percorso proprio all’interno del nostro organismo, con tutti i problemi di salute che normalmente ne conseguono. Il processo di eliminazione di queste particelle diventa possibile nel purificatore attraverso un sistema apparentemente molto semplice: parliamo dell’inversione del flusso naturale e della pressione dell’acqua corrente, che viene condotta intenzionalmente attraverso un filtro appositamente sistemato all’interno del depuratore acqua domestico. Un filtro in grado di trattenere proprio quelle impurità capaci di togliere all’acqua corrente la sua freschezza, la sua leggerezza e le qualità che la rendono un nutrimento fondamentale per la nostra alimentazione quotidiana.

Ma andiamo in ordine. Il primo esempio di utilizzo di un processo analogo a quello dell’osmosi inversa sembra risalire a decine di anni fa, quando vennero effettuati i primi esperimenti di potabilizzazione dell’acqua corrente e, sebbene pochi ne siano a conoscenza, i primi esperimenti di desalinizzazione (o dissalazione) dell’acqua di mare, allo scopo di renderla utilizzabile nella stessa misura di quella corrente e comunemente più utilizzata. Naturalmente l’eliminazione del fattore salino nell’acqua ricavata da bacini vasti come quelli marini avrebbe permesso ai processi industriali di attingere a quantitativi nettamente superiori, senza alcuna ripercussione sui bacini di acqua dolce e sulla sua distribuzione. Ma non solo. L’acqua privata della sua componente salina trova allora utilizzo tanto nel campo alimentare quanto in quello artigianale, dove subentra in processi naturalmente di competenza di acque meno mineralizzate e più leggere (come il raffreddamento degli impianti, l’alimentazione di pompe e motori o la pulizia degli ingranaggi).

Constatate le numerose potenzialità di questo sistema, nonché il suo vasto utilizzo e l’ampia gamma di benefici concretamente riscontrati, dobbiamo attribuire al governo americano il merito di aver creato il primo effettivo depuratore acqua domestico applicato su scala industriale. Secondo quel che viene riportato dalle fonti di quel periodo, sembra che il prototipo fosse in grado di trattare e rendere immediatamente utilizzabili più di tremila litri di acqua al giorno.

Il passo successivo fu piuttosto semplice, quasi scontato, in un clima di innovazione che si muoveva lentamente, ma inesorabilmente, verso il potenziamento ed il miglioramento dell’apparato bellico. Dal trattamento delle acque correnti ad uso alimentare ed industriale si passò, infatti, alla fabbricazione di massa di membrane da indirizzare alla purificazione delle acque destinate alle truppe in guerra, laddove (come nel caso della Prima Guerra del Golfo) l’acqua potabile non risultasse di immediato accesso ai soldati. Grazie all’opportuna distribuzione di questi prototipi del nostro depuratore acqua domestico, si ridussero drasticamente le esigenze di trasporto, l’ingombro costituito dalle precedenti riserve di acqua nonché le difficoltà stesse con cui l’acqua potabile poteva essere reperita direttamente sul campo.

Accanto al miglioramento delle condizioni belliche troviamo un’innovazione che permise la sopravvivenza di intere popolazioni laddove i pronostici avrebbero normalmente dato per certe la disidratazione, la proliferazione di malattie ed una rapida involuzione della qualità della vita: parliamo della produzione di sistemi osmotici di portata sufficiente a depurare le riserve di acqua corrente a seguito di catastrofi naturali quali terremoti, inondazioni, dispersioni chimiche. D’altra parte esistono poche conseguenze a cui una popolazione possa andare incontro più gravi e debilitanti dell’incapacità di disporre di acqua potabile ad uso alimentare e sanitario.

Pensate a quella sensazione fastidiosa e frustrante che vi serpeggia sulla pelle quando aprite l’acqua del rubinetto ed il getto che ne esce è di un insano colore giallognolo, verde, o addirittura marroncino. Ed ora immaginate la portata della stessa sensazione se quell’acqua, proprio l’acqua del vostro rubinetto, fosse l’unica a vostra disposizione. L’unica di cui poteste fare uso in cucina, nella vostra dieta, nella pulizia della vostra persona o nella gestione delle piccole incombenze domestiche quotidiane.

E’ per far fronte a queste ed altre difficoltà economicamente ed umanamente non trascurabili che, intorno agli anni settanta, fa la sua comparsa discreta, quasi in punta di piedi, il nostro depuratore acqua domestico.

In quel periodo le testimonianze dell’utilità della depurazione dell’acqua si riscontrano ormai in tutti i campi noti ed i primi timidi tentativi di competizione tra produttori aprono le porte alla reperibilità di materiali di produzione economici e facilmente accessibili. Se inizialmente, dunque, la fabbricazione era di stretto appannaggio di quanti potevano permettersi l’acquisto ed il trattamento di materie e macchinari specifici, con la riduzione delle esigenze alle dimensioni di un nucleo domestico si moltiplicano in poco tempo gli impianti di produzione. L’osmosi inversa ed i sistemi che ne fanno uso possono iniziare, quindi, ad entrare ben accolti nelle nostre case, commercializzati come pratici trattamenti delle acque domestiche.

E adesso… Dopo aver scremato sommariamente qualche appunto di storia, diamo un’occhiata a quello che, invece, ci dice la scienza in merito al nostro depuratore acqua domestico ed al processo osmotico che lo rende possibile.